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01-07-2021

Fragilità e COVID-19

Fragilità e COVID-19

L’età biologica di una persona non sempre corrisponde all’età anagrafica, e i processi di invecchiamento non sono uguali per tutti, ma dipendono dai comportamenti individuali durante tutto l’arco della vita, compresa l’età geriatrica.
È la presenza di fragilità – che si caratterizza per riduzione delle riserve funzionali di vari organi e apparati – che fa un’enorme differenza davanti a un evento stressante, come un’ infezione acuta, sia negli esiti che nella possibilità di recupero funzionale e cognitivo. Segni tipici della fragilità sono stanchezza frequente, rallentamento della velocità di cammino, perdita di peso involontaria, riduzione della massa muscolare (e un sistema immunitario meno pronto, con più suscettibilità alle infezioni virali).
Si può avere una o più malattie croniche ma non essere fragili, se si assumono correttamente le terapie, se si ha ancora una vita fisicamente e mentalmente attiva, se si partecipa a programmi di screening e vaccinali.

Inoltre, coltivare relazioni, mantenersi attivi, viaggiare, prendersi cura dei nipoti... sono solo alcune delle regole per un "invecchiamento di successo".

Purtroppo la pandemia da SARS-CoV-2 avrà conseguenze (oltre a quelle che sentiamo ogni giorno sulla vita e la morte delle persone anziane) anche sul benessere psicologico, cognitivo e funzionale degli anziani che da un anno sono chiusi in casa, ipoattivi e soli e che sarà fondamentale reintegrare appena possibile in attività sociali e occupazionali.

La Fondazione Ferrero che si occupa costantemente di prevenire la fragilità nelle persone in età geriatrica, ha voluto dare la possibilità ai suoi anziani di testare l’infezione da SARS-CoV-2 riscontrando una correlazione fra persone con fragilità e infezione indipendentemente dall’età cronologica.

I dati sono stati pubblicati in uno short report dal titolo “Why data on frailty and SARS-CoV-2 infection are basic to progress” sulla rivista internazionale "Aging Clinical and Experimental Research”.Sebbene con i limiti della bassa numerosità campionaria, lo studio suggerisce che la valutazione della fragilità può essere utile nella ricerca così come nella pratica clinica.

Gli studi che valutano l'incidenza dell'infezione da SARS-CoV-2 in base alla presenza di fragilità nella popolazione generale possono far progredire la comprensione della diffusione e della patogenesi della COVID-19, mentre la valutazione sistematica della fragilità nelle cure primarie può aiutare a stimolare il riconoscimento di alcuni noti contributori allo sviluppo della fragilità, come la denutrizione, l'inattività fisica, la politerapia inappropriata e l'isolamento sociale.