Epos - Il «libro grosso» sul quinquennio 1940-45, le tre fasi compositive, rebus filologico

Come si è visto nella sezione Il paese, Fenoglio rispose alla lettera di Calvino del 20 gennaio 1956 accogliendo con entusiasmo l'offerta di pubblicare un nuovo libro nella collana diretta dal suo interlocutore amico: «10 o 12 racconti delle dimensioni e del calibro di Un giorno di fuoco comporrebbero un buon Corallo? Dimmi, con tuo comodo, qualcosa: tengo al tuo giudizio e, dovresti saperlo, me ne fido interamente». Lieto di trovare l'autore della Malora ancora ben disposto nei confronti della casa madre, nonostante i dissapori con Vittorini e i cronici ritardi nel pagamento dei diritti d'autore, Calvino replicò il 31 gennaio: «Ben vengano i dieci o dodici racconti per un “Corallo”. Se intanto ti scapperà di scrivere un romanzo, ancor meglio».

Il dialogo tra i due scrittori si sarebbe nuovamente interrotto per un anno. Ma nei giorni successivi all'incoraggiamento di Calvino, Fenoglio concepisce un personaggio dalle caratteristiche nuove: porta il nome di battesimo dell'amato John Milton, autore del poema epico Paradiso perduto, e sarà il protagonista del suo più grande progetto narrativo (il desiderato «bersaglio su cui puntare come un proiettile»), un progetto che assorbirà tutte le sue energie per almeno tre anni e che gli farà mettere momentaneamente da parte i racconti langhiani. Se non proprio un romanzo, come aveva auspicato Calvino, è comunque un'opera lunga: l'epopea dello studente, allievo ufficiale, poi partigiano chiamato Johnny.

Il «libro grosso», come Fenoglio lo definirà nella successiva lettera a Calvino del 21 gennaio 1957, «abbraccia il quinquennio 1940-45», e risulta originalmente diviso in tre parti: la prima, che va dai giorni dell'entrata in guerra dell'Italia (giugno 1940) all'8 settembre 1943, e al conseguente ritorno a casa di Johnny «dalla lontana, tragica Roma»; la seconda, che segue le gesta del partigiano fino al combattimento di Valdivilla (24 febbraio 1945); la terza, che vede Johnny impegnato come ufficiale di collegamento con le Forze Alleate fino ai giorni della Liberazione. Di questo vasto materiale narrativo, che rappresentava qualcosa di unico nella letteratura italiana del suo tempo, l'autore arrivò a pubblicare soltanto una piccola parte, nel 1959, con il titolo Primavera di Bellezza.

La presente sezione documenta i numerosi richiami all'epica classica e moderna, e le tre fasi compositive del grande capolavoro incompiuto, ricomponendo virtualmente quello che Maria Corti, nell'approntare l'edizione critica delle Opere (1978), definì «il divario tra il Fenoglio dei testi stampati, e il Fenoglio del Fondo albese di manoscritti e dattiloscritti d'autore».

A cura di Luca Bufano


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Epos. The “libro grosso” (big book) on the period of five years (1940-45), the three compositional stages, philological puzzle / Nome: Johnny

As noted in the section Il paese, Fenoglio replied to Calvino’s letter of the 20th of January 1956 accepting enthusiastically the offer to publish a new book in the series edited by his friend and interlocutor Calvino: “Would 10 or 12 short stories of the length and caliber of Un giorno di fuoco make for a good «Corallo» [name of the book series]? Let me know, at your convenience, what you think: I value your opinion and, as you should know, I have full trust in you.” Happy to learn that the author of La Malora was still well-disposed towards Einaudi, notwithstanding the past tensions with Vittorini and the chronic delays in the payment of royalties, Calvino answered on July 31: “The ten or twelve short stories for a «Corallo» are most welcome. If by chance you happen to break loose with a novel, even better.”

The dialogue between the two writers would break off once again for a year. However, in the following days, due to Calvino’s encouragement, Fenoglio develops a character with new characteristics: the character is given the first name of his beloved John Milton, author of the epic poem Paradise Lost, and who will be the protagonist of his greatest narrative project (the longed for “target aimed at like a bullet”), a project that will consume all his energies for at least three years and will be cause to set aside briefly the short stories of the Langhe. If not exactly a novel, as Calvino had hoped, it is, in any case, a lengthy work: the epic of a student, officer cadet, and then a partisan known as Johnny.

The “big book,” as Fenoglio would call it in a subsequent letter to Calvino on the 21st of January 1957, “covers the five year period 1940-45,” and appears to have originally been divided into three parts: the first, which extends from the days of Italy’s entrance in the war (June 1940) to the 8th of September, and to Johnny’s consequent return home “from a distant, tragic Rome”; the second, which follows the actions of the partisan up to the battle of Valdivilla (the 24th of February 1945); the third, which saw Johnny engaged, as a liaison officer, with the Allied Forces up to the days of the Liberation. Of this extensive amount of narrative material, which represented something unique to Italian literature of the period, the author published only a small part, in 1959, with the title Primavera di Bellezza (Springtime of Beauty).

This section documents the numerous references to the classic and modern epic and to the three compositional stages of the major uncompleted masterpiece, virtually reconstructing what Maria Corti, in the preparation of the critical edition of the Opere (1978), called “the difference between the Fenoglio of the published texts and the Fenoglio of the manuscripts and typescripts found at the archives in Alba.


Traduzioni a cura di Mark Pietralunga